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«Vogliamo partecipare in modo paritario alla formazione continua»

31 Gennaio 2022

Travail.Suisse Formation TSF vuole migliorare l'accesso alla formazione continua per i sordi e gli audiolesi. Due esperti della Federazione svizzera dei sordi spiegano cosa si aspettano dal progetto.

Con il suo nuovo progetto, Travail.Suisse Formation intende migliorare l’accesso alla formazione continua delle persone sorde o con problemi di udito. Dove ravvisate le maggiori necessità d’intervento?

Thomas Schmidt: Le istituzioni di formazione necessitano di maggiori informazioni per la gestione delle esigenze delle persone sorde e con problemi di udito. Ad esempio, in presenza di tali persone sarebbe d’aiuto, prima di ogni corso organizzare un colloquio con loro, con l’intervento di un interprete della lingua dei segni. Anche un certo supporto nella richiesta di sostegno e per tutta la corrispondenza con l’AI sarebbe di estrema utilità.

Foto Thomas Schmidt
Thomas Schmidt lavora presso la Federazione Svizzera dei Sordi quale responsabile per il marketing. Il quarantottenne è sordo dalla nascita, al pari dei suoi genitori. In famiglia la comunicazione avveniva esclusivamente mediante segni.
Foto di Amrei Gerdes
Amrei Gerdes è responsabile del lavoro presso SGB-FSS. L’ambito di attività del trentunenne comprende, tra le altre attività, la sensibilizzazione delle ditte e dei datori di lavoro come pure progetti a sostegno delle persone sorde.

È necessaria una richiesta AI per ogni corso di formazione continua?

Amrei Gerdes: Sì, infatti per le lezioni le persone con problemi di udito hanno bisogno di un interprete della lingua dei segni. Una simile richiesta all’AI di solito richiede impegno ed energie. Spesso, gli interessati si sentono abbandonati alla mercé dei funzionari AI.

Schmidt: Talvolta viene trasmessa la sensazione che occorra giustificarsi per la propria situazione; e questo è sgradevole. In fondo, ognuno ha diritto alla formazione.


Oggigiorno viene sempre più privilegiata la formazione autonoma invece della lezione frontale: questo fenomeno facilita la situazione delle persone con problemi di udito?

Schmidt: In parte sì, nel contempo però altri elementi assumono crescente importanza, ad esempio: lavoro di gruppo, discussioni e interazione. Anche in tali contesti vorremmo essere trattati alla pari, altrimenti saremo svantaggiati nello studio. In caso di lezioni in presenza – sia essa digitale o in loco – ho assolutamente bisogno di un interprete della lingua dei segni.


La facilitazione all’accesso alla formazione e alla formazione continua migliorerebbe le opportunità professionali?

Gerdes: Certamente vi contribuirebbe e comunque tale facilitazione amplierebbe sensibilmente le chance professionali. Peraltro, il tasso di disoccupazione delle persone con difficoltà dell’udito è di tre-quattro volte superiore al tasso medio di disoccupazione. Ma ciò non dipende esclusivamente dalle difficoltà di accesso alla formazione continua, ma anche dall’atteggiamento e dai timori di maggiori costi da parte dei datori di lavoro.


Quali professioni sono più idonee rispetto a persone con problemi di udito e quali meno?

Gerdes: Le professioni in passato inaccessibili a persone con problemi di udito fortunatamente sono sempre meno. Oggigiorno, queste persone svolgono le più svariate funzioni nei più disparati settori. Dispongono di capacità e know-how altrettanto ampie, al pari delle persone con (buone) capacità dell’udito e, quindi, dovrebbero poter svolgere il mestiere corrispondente ai loro desideri.


Signor Schmidt, come ha vissuto il suo percorso formativo?

Schmidt: Ho frequentato una normale scuola dell’infanzia, poi per undici anni ho frequentato la scuola primaria presso l’istituto per persone con problemi di udito di Landenhof. A quei tempi, l’interpretazione della lingua dei segni a lezione non era consentita. La difficoltà consisteva soprattutto nell’apprendere l’articolazione. Credo che allora ricorresse una lacuna nella formazione di base e, considerata tale difficoltà, conseguire la maturità era molto difficile.

Come si è sviluppato poi il suo curriculum professionale?

Schmidt: Ho assolto un apprendistato commerciale presso UBS, durante il quale leggevo dal movimento delle labbra e comunicavo direttamente; era molto difficoltoso. Spesso, ero talmente preso dal capire cosa venisse detto da non essere in grado di poter elaborare le informazioni ricevute. Dopo una breve esperienza in banca, sono passato al settore dell’IT. Mi sono appropriato delle necessarie conoscenze senza interpretazione della lingua dei segni. Dopo 15 anni in questo settore ho avvertito il bisogno di avere più contatti con le persone e sono passato al settore Non-Profit. Più volte ho cambiato posto di lavoro; si potrebbe dire che la mia carriera si è sviluppata piuttosto in senso orizzontale che verticale. Tale fenomeno certamente dipende anche dal limitato accesso alla formazione continua riconducibile al mio stato personale.


Ci sono aspetti che negli ultimi anni sono migliorati per le persone con problemi di udito?

Schmidt: Sì, indubbiamente; ad esempio, sono disponibili sempre più interpreti della lingua dei segni che vengono fatti intervenire con crescente frequenza. Inoltre, è cresciuta la sensibilizzazione per le esigenze delle persone sorde – sebbene non ancora in modo sufficiente. Attualmente frequento una formazione continua nel campo del management dell’associazionismo. Qui ho fatto esperienze molto positive. A inizio corso, ha avuto luogo un colloquio preliminare per conoscersi, e a cui non è mancato neppure un buon aperitivo. Quindi, grazie al contatto con altri corsisti sono venuti meno i timori iniziali. Tra l’altro, la persona di riferimento per le questioni attinenti alla compensazione dello svantaggio dell’udito, è proprio il direttore della scuola. Inoltre, per ogni lezione ricevo la traduzione nella lingua dei segni.


Quali sono le aspettative della Federazione Svizzera dei Sordi (SGB-FSS) al progetto di TSF?

Gerdes: Ci auguriamo che il progetto possa contribuire a ridurre l’arbitrarietà dell’AI. Inoltre, auspichiamo che molte istituzioni di formazione (continua) applichino le linee guida attualmente in fase di elaborazione e – soprattutto – vogliamo sperare che presso il grande pubblico aumenti la consapevolezza per le esigenze delle persone con difficoltà dell’udito.


La vigente Legge federale sulla formazione continua (LFCo) dispone che si ‘tenga conto delle particolari esigenze dei disabili’ e che la normativa realizzi pari opportunità di accesso alla formazione continua (art. 8 lett.b). A tale scopo, la Segreteria di stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) ha stipulato una convenzione con Travail.Suisse Formation (TSF) per il periodo 2021-2024 conferendole il mandato di migliorare l’accesso alla formazione continua delle persone con difficoltà dell’udito o sorde. In una prima fase, mediante interviste a esperti dovrebbero essere accertare le esigenze del target di riferimento. Inoltre, è previsto un workshop, in cui potranno confrontarsi i principali referenti delle organizzazioni interessate al problema. Sulla base di tali attività, saranno poi elaborate raccomandazioni all’attenzione delle istituzioni di formazione continua. Principale partner di riferimento di tale progetto è la Federazione Svizzera dei Sordi (SGB-FSS).

Dal 2017 al 2020 TSF ha svolto un analogo progetto a favore delle persone con difficoltà della vista, da cui sono scaturite – tra l’altro – linee guida per le istituzioni di formazione continua a sostegno dell’inclusione.

La nuova convenzione è pubblicata online sotto Downloads e anche sul sito della SEFRI.

Andrea Söldi

Travail.Suisse Formation

Travail.Suisse Formation è un’organizzazione di formazione continua, rappresentata e attiva in tutte le regioni linguistiche della Svizzera. L’implementazione dell’accordo di prestazione è una componente importante del lavoro di Travail.Suisse Formation.

Travail.Suisse Formation TSF

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